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I CORREDI MASCHILI

Agli inizi del VI secolo, il corredo era composto da una spada a due tagli (spatha) legata a una cintura con fibbia e poche placche, da una lancia con cuspide a foglia di salice o giavellotto corto, uno scudo rotondo di legno rivestito in pelle con una sporgenza cava in metallo chiamata umbone a coppa conica e da punte di freccia che testimoniano l'uso dell'arco.

Verso la fine del VI secolo si verificò un arricchimento del corredo: La cintura diventa “multipla”, compare una nuova arma chiamata scramasax, un grande coltello a taglio unico come una “sciabola” (probabilmente compare a causa di una nuova tecnica di combattimento a cavallo), le cuspidi di lancia vengono modellate a foglia d’alloro, lo scudo presenta un umbone emisferico e compare la bardatura del cavallo composta da morso, briglie, etc...
Alla fine del VI secolo e durante il primo trentennio del VII secolo si attua un ulteriore arricchimento del corredo. Infatti le cinture diventano sontuose e presentano placche d'oro secondo l'uso bizantino, le selle e i finimenti sono decorati con oro, le cinture diventano a guarnizioni quintuple, cioè con cinque placche d'oro (secondo l'uso romano), e successivamente si passa a cinture con guarnizioni multiple (secondo l'uso orientale).Si è potuto notare che dal VI al VII secolo si attua una romanizzazione del corredo, infatti si cominciano ad utilizzare il sudario con crocette in lamina d’oro, cinture da parata di derivazione bizantina, anelli con sigillo di tipo bizantino, nuove forme di armi con cuspidi di lancia a foglia d’alloro e umbone di scudo emisferico e infine forme ceramiche di tradizione mediterranea. Per finire sia in corredi maschili, sia in corredi femminili, sono stati introdotti crocette in lamina d’oro, pettini, coltelli, vasellame bronzeo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Le sepolture con armi della Pannonia sono sufficienti per definire il ceto. Si può notare infatti che i cavalieri liberi (harimanni), si facevano seppellire con le armi, lo scudo ai piedi o alla testa e a parte il cavallo. I liberi (faramanni), venivano sepolti con la sola lancia, i semiliberi (haldii), con arco e frecce, mentre i servi senza corredo. Questa tesi è stata contestata in quanto si sa che i semiliberi difficilmente entravano a far parte dell'esercito.
Un documento scritto di epoca longobarda conservato a Lucca, riporta che Astolfo, re longobardo della metà del VIII secolo, stabilì per ogni ceto un corrispondente corredo di guerra:
Proprietari di più di 7 casae massericiae: Cavalli, armi, corazza, armamento per sé e per i propri uomini;
● Proprietari fino a 7 casae massericiae: Cavallo, armi personali, corazza;
● Proprietari di 40 iugeri: Cavallo, scudo e lancia personali;
● Minores homines: Arco, frecce, faretra.


 

I CORREDI FEMMINILI

 

Agli inizi del VI secolo i corredi femminili erano composti da : quattro fibule, due a “S” o a disco posizionate sul petto, e due grandi, a staffa poste fra bacino e femori su nastri pendenti dalla cintura; aghi crinali, spilloni, veli (in broccato d’oro), posti presso il cranio utilizzati per abbellire l'acconciatura; piccole fibbie per fissare le calze agli arti inferiori e piastrine che arricchivano le scarpe (questa era una prerogativa di tombe molto ricche).Nella II parte del VI secolo il corredo si arricchisce. Infatti sono stati ritrovati diversi oggetti che seguono l'uso bizantino: grande fibula a disco (da mantello), orecchini a cestello, pendenti aurei da collana, anelliaghi crinali. Inoltre vengono introdotte nel corredo ulteriori oggetti che ne incrementano la ricchezza: collane (in pasta vitrea, ambra, monete), pettini in osso, specchietti in vetro, conchiglia (Cyprea), oggetti quotidiani (acciarini in selce), chiavi, ciondoli (in cristallo di rocca).

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

L'ARRICCHIMENTO DEI CORREDI LONGOBARDI

 

Nel VII secolo i corredi longobardi in Italia si arricchiscono. L'abito funebre viene decorato da fibule e cinture e si iniziò ad utilizzare il broccato. Le sepolture maschili si arricchirono di armi, mentre quelle femminili di gioielli. Si ritrovano infine oggetti rituali pertinenti al banchetto come vetri, bacili, brocche di bronzo e vasi in ceramica. Per quanto riguarda il corredo personale, gli oggetti recuperati sono: oggetti da parata (cintura sella e briglie con decorazione in oro), equipaggiamento difensivo (elmo, corazza lamellare, scudo), equipaggiamento difensivo (spatha, scramasax)

 

L'EVOLUZIONE DEI CORREDI MASCHILI

 

I corredi maschili della pannonia si presentavano poco ricchi. Infatti erano presenti le sole armi che indicavano i valori di un uomo libero abile nel combattimento. Una volta giunti in Italia i corredi divennero più ricchi in quanto da guerriera, l'elite longobarda diventava proprietaria terriera diventando così stanziali. I valori di un proprietario guerriero diventano la ricchezza e la prodigalità. Nel corredo troviamo armi più decorate, ricche vesti, cinture con guarnizioni d’oro, oggetti del banchetto. Negli ultimi anni del VI secolo si evidenzia una enfatizzazione del ruolo equestre. Il corredo si arricchisce con l'equipaggiamento del cavaliere, la bardatura e con le sepolture di cavalli.Agli inizi del VII secolo anche i corredi femminili si arricchiscono poiché le donne dei cavalieri contribuiscono ad affermare i simboli di status del loro gruppo parentale.​

Nel VII e VIII secolo le tombe longobarde non presentano più il corredo. Si è pensato che questo fosse avvenuto a causa della cristianizzazione dei barbari, ma questa teoria è ormai stata superata. Il problema viene risolto con la dimostrazione che in questo periodo compaiono gli archivi della Chiesa, quindi non si ha più bisogno del corredo per mostrare il valore del defunto e quindi la legittimità degli eredi. Le sepolture non vengono più deposte all'esterno, ma all'interno di cappelle fondate dall'aristocrazia. All'inizio del VIII secolo compaiono le epigrafi funerarie con le imprese del defunto: le chiese diventano custodi del ricordo.
Nel VIII secolo i riti funerari si orientano verso forme ecclesiastiche di celebrazione e perpetuazione della memoria. Le famiglie aristocratiche investono il futuro in carriere laiche e in carriere ecclesiastiche. In questo secolo i vescovi sono tutti di origine longobarda e le autorità ecclesiastiche esortano ad affidare la continuità della famiglia in doni di terre e mobilia preziosi al cielo “pro remedio animae” (ad esempio in messe per i defunti).

LA SCOMPARSA DEI CORREDI

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